Quest’anno zero contributo economico, nonostante tutti i nostri sacrifici degli anni passati. Ciò questa volta non ci consente di effettuare un festiv
Quest’anno zero contributo economico, nonostante tutti i nostri sacrifici degli anni passati. Ciò questa volta non ci consente di effettuare un festival della qualità a cui abbiamo abituato i nostri fedeli sostenitori”- afferma il direttore Màngano.
La manifestazione si farà con il contributo dell’associazione La Bella Cumpagnie ed di alcuni gruppi e compagnie che aderiscono al nostro progetto. L’UFF non è un festival organizzato da privati, come l’ Heineken Jammin’ Festival a Venezia o come alcuni festival della nostra zona…amatissima Terra di Puglia (da una società o finte associazioni , quindi a scopo di lucro), ma un festival organizzato da una associazione, La Bella Cumpagnie, no profit ( quindi senza scopo di lucro, per legge) che, proprio per definizione, ha come scopo l’ utilità sociale ( legge 7 dicembre 2000, n. 383, Capo I, art. 2)…quindi, dal nostro punto di vista, non è certamente un bene privato…Da oltre sei anni molte persone si radunano pronte ad abbracciare l’estasi della foresta umbra con danza e musica , sia essa di origine celtica o occitana, ma anche provenzale, salentina, garganica o catalana. Sulla base di uno spirito comune, infatti, i tamburelli suonano insieme a corni e cornamuse e gli organetti con le ghironde; pizziche o tammurriate insieme a musiche irlandesi, polacche e balcaniche. Stiamo parlando di festival come UMBRA FOREST FOLK.
Dal punto di vista della qualità musicale crediamo di aver dato un buon contributo al nostro territorio, invitando i migliori gruppi del sud del mondo e anche di quelli provenienti da paesi limitrofi del Gargano. Il nostro obiettivo- sottolinea il M° Michele Màngano direttore artistico della manifestazione, – trae la sua forza propio dall’ambiente,dai beni culturali e dal paesaggio meraviglioso. Le risorse del gargano vanno quindi non solo difese ma valorizzate e promosse. E l’Umbra Forest Folk con questo vuole collaborare ad una campagna promozionale dei tesori meno conosciuti del territorio garganico nel mondo, attraverso l’arte, la storia e l’ambiente del territorio.
“Vogliamo sapere – continua- quanto le istituzioni ci considerano parte del tessuto culturale del nostro territotio. Noi ci siamo, ma non ci sentiamo assorbiti, non ci sentiamo parte dell’offerta culturale del Parco Nazionale del Gargano e della Provincia di Foggia e di altri Enti. Eppure forniamo un servizio nel Parco Nazionale del Gargano. Particolarità dell’evento di quest’anno sta nel fatto che per la prima volta la musica, la danza, la poesia, la fotografia, la gastronomia locale, condivideranno un percorso comune a favore della natura e per la difesa dell’ ambiente. La manifestazione sarà impostata in modo da essere ancor più un incontro tra le diverse espressioni della creatività, accomunate dalla capacità di rinnovarsi, di reinventarsi, di contagiarsi vicendevolmente, e di dar vita ad un solo e profondo “respiro“ di cultura.
A fare infatti la differenza della nostra offerta turistica nel mercato globale è l’unicità del “modello italiano” che integra una presenza diffusa e capillare del patrimonio monumentale con prodotti dell’identità locale come l’enogastronomia, l’artigianato e le tradizioni. Tale risorsa adeguatamente valorizzata può assicurare al nostro territorio un vantaggio competitivo a livello internazionale.
L’obiettivo sarà la divulgazione al rispetto ambientale attraverso:
– La musica espressione universale
– La danza espressione del corpo
– La poesia e la fotografia espressione dell’anima.
PROGRAMMA :
27 luglio mattina
La Giornata sarà dedicata alle escursioni, a concorsi di fotografia con relativa premiazione, workshop di teatro, di mimica, intrattenimenti per i più piccoli con clown e ventriloqui, stage di biodanza, concorso di poesia, incontri e workshop con musicisti, registi e studiosi, creando così un sempre più forte legame col territorio. Inoltre saranno direttamente coinvolte con le proprie performance alcune realtà della produzione artistica locale.
Ci sarà uno spazio di stage di musica e danza coi diversamente abili denominati “La Danza nel Bosco” .
Saranno protagonisti di questa giornata artisti provenienti da varie parti del mondo, testimoni viventi di incroci tra la loro cultura d’origine e la nostra cultura Garganica e Pugliese, e portavoci quindi di straordinarie contaminazioni, accomunati dal fatto di essere partiti dalle proprie origini e poi aver detto qualcosa di nuovo con la loro musica.
Alle 15,30 inizierà la parte dedicata alla musica, alla danza e al folclore dei popoli, al dialogo tra le culture.
Si esibiranno:
– LA PICCOLA ORCHESTRA POPOLARE “ PANZILLO “
– LA COMPAGNIA AFRICANA “ BAOBAB AFROPERCUSSION di JEAN LOUIS NDIAYE
– TERRA MIA di PIETRAMONTECORVINO
– LA COMPAGNIA POPOLARE “ ZI’ RICCARDO E LE DONNE DELLA TAMMORRA “ DI SOMMA VESUVIANA
– SEIN TEMPU MUSICA ETNICA ARGENTINA
– LA BELLA CUMPAGNIE FOLK
– GIANFRANCOROSSOVITAFOLK.
Ci sarà un premio speciale per l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente che sarà consegnato al Corpo Forestale dello Stato al Comandante dell’UTB e CTA della Foresta Umbra.
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“Il tema sarà quindi l’arricchimento culturale attraverso l’integrazione, lanciando a tutti il messaggio che la nostra terra è viva e ancora ricca di valori e tradizioni da trasmettere. La manifestazione sarà quindi stimolo a superare paure e pregiudizi che normalmente derivano da ciò che non si conosce, perché appartenente alla tradizione musicale e, più in generale, alla cultura di mondi diversi e apparentemente lontani dal nostro.
Sarà quindi la festa della Foresta Umbra, luogo e teatro di una cultura che non ama alzare barriere, ma che, anzi, è capace di mettere in comunicazione in maniera naturale i diversi generi artistici, della musica popolare e di improvvisazione contemporanea. Fare quindi della Foresta Umbra la protagonista indiscussa di queste giornate all’insegna dell’arte.
E se l’ampliamento dei flussi turistici che tale manifestazione può convogliare verso la Foresta Umbra può evocare la minaccia della mercificazione del nostro patrimonio, l’antidoto a questo timore può derivare solo da “una buona offerta culturale, in grado di incoraggiare l’innalzamento della qualità della domanda stessa, riducendo i rischi e i danni connessi alla banalizzazione del patrimonio di identità culturale”– conclude il direttore Màngano.
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