E’ con estrema amarezza che le Associazioni sottoscritte prendono atto del bando emesso per la gestione del Laboratorio Urbano Culturale (LUC) di Manf
E’ con estrema amarezza che le Associazioni sottoscritte prendono atto del bando emesso per la gestione del Laboratorio Urbano Culturale (LUC) di Manfredonia, alla fine di giugno dall’amministrazione comunale di Manfredonia, definito senza alcun dialogo con le associazioni. Pur avendo inoltrato, infatti, richiesta di essere coinvolte nel processo partecipato di definizione del processo esecutivo per la gestione del LUC, previsto dal bando in questione (richiesta inoltrata il 29/05/2014 presso il protocollo comunale), le sottoscritte associazioni non hanno ricevuta alcuna risposta e alcun coinvolgimento”.
La richiesta si inseriva nei dichiarati desiderata di riconsegnare i locali e la gestione del LUC di Manfredonia al mondo dell’Associazionismo sipontino interpretando le diffuse esigenze, dell’opinione pubblica e dell’associazionismo, di salvaguardia dei valori civici di partecipazione e di condivisione degli spazi, di legalità e di buona gestione dei beni pubblici, nonché di adeguata integrazione del bene nel tessuto cittadino. Invece, purtroppo, a quanto pare si è deciso di procedere altrimenti, nonostante l’evidente buon senso, oltre che la normativa, suggerissero il coinvolgimento nel processo partecipato per il bando di gestione. Non si riesce a comprendere la indisponibilità dell’assessorato a dialogare su questi argomenti”.
Ci chiediamo a questo punto quale prospettiva apra il nuovo bando per il LUC, che finalità reali abbia, visto e considerato, anche, l’inserimento nel bando del vincolo di pregressa gestione, per due anni, di una realtà similare. Chi vorrà proporsi come nuovo gestore del Luc deve avere gestito una struttura simile già per due anni. E’ chiaro che sul territorio solo una realtà attualmente possa soddisfare quel vincolo, ovvero gli attuali gestori del LUC. Inoltre si prevede come stanziamento nel bilancio del comune la cifra di 161mila euro per 7 anni; i cinque anni di gestione da poco terminati hanno avuto la disponibilità di oltre 400mila euro. Una incommensurabilità (secondo le associazioni indicate,ndr) che fa chiedere: erano troppi prima o sono pochi adesso?”.
Mentre il mondo dell’Associazionismo chiedeva dunque di rivedere i criteri di gestione del LUC, ovvero di definizione del bando, per allargare la gestione medesima al coinvolgimento associazionistico e popolare, all’integrazione territoriale, l’assessorato di competenza ha deciso di andare in direzione esattamente inversa, non preoccupandosi di ascoltare nessun’altra associazione, nonostante diverse sollecitazioni siano emerse negli ultimi anni in questo senso, e indirettamente fornendo una garanzia agli attuali gestori per i prossimi 7 anni. A dire il vero, però, senz’altro il bando si presenta come esigente: e se anche gli attuali gestori, paradossalmente, non riuscissero a soddisfare tutte le esigenze del bando? Il bando dice che in caso di gara non aggiudicata si proseguirebbe con procedura negoziata. Rischierebbe di essere un modo di far rientrare dalla finestra ciò che non riesce ad entrare dalla porta.
Insomma, l’assenza di coinvolgimento e partecipazione lascia una zona grigia che non fa bene a nessuno, richieste, queste, dalle Associazioni, che non si potevano ritenere certo peregrine, viste anche le “criticità” (per usare un eufemismo) emerse nell’attuale gestione del LUC che sono sotto gli occhi di tutti e patrimonio dell’opinione pubblica.
Ci siamo sempre dichiarate pronte e disponibili a collaborare con le Istituzioni e, quelle di noi associazioni che offrono un certo tipo di servizio diretto alle persone disagiate, si sono sempre dette pronte ad intervenire e rispondere alle richieste dei Servizi Sociali lì dove si presentava una criticità, offrendo il servizio richiesto che, per varie ragioni, non poteva essere offerto dall’Istituzione in quel preciso momento. Perché questa disponibilità deve essere manifestata in un solo senso?
Perché lì dove ci sono la voglia e la disponibilità delle Associazioni ad offrire un servizio migliore ai cittadini, più organizzato e completo, di messa in rete e che richiede l’oggettiva disponibilità di un solo luogo fisico facilmente accessibile, questa disponibilità/esigenza non deve essere almeno presa in considerazione?
Eppure gli stessi amministratori ci hanno sempre spinto a fare di più per sopperire alla mancanza di servizi dovute alle “crisi economiche” e alle rispettive diminuzioni di fondi a disposizione.
Le sottoscritte Associazioni si dicono dunque amareggiate e basite, non riuscendo a comprendere quali logiche sottendono alla gestione effettiva di certi spazi pubblici che dovrebbero essere realmente fruttuosi e a disposizione della cittadinanza, della comunità e del tessuto territoriale, e non spazio riservato a soliti noti.
Inoltre le associazioni fanno appello a quanti, privati, associazioni, imprese, tengono a cuore la concreta fruibilità e disponibilità degli spazi comuni e i beni pubblici, perché si incominci a discutere e a comprendere quali usi concreti e quali modalità di gestione siano da riservare a tali beni, e a chi spettino, affinché il pubblico non diventi gradualmente attività privata fatta con risorse pubbliche.
Manfredonia 08/07/2014
firmato: Lavoro e Welfare, Avi, Legambiente Nautilus, Bianca Lancia, ManfredoniaTV, Centro cultura del mare, Daunia TuR
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