Persone scomparse ecco i 5 misteri pugliesi

Dal 1974 ad oggi in Italia sono state censite 27mila persone scomparse, di cui 1.258 sono cadaveri non identificati. I numeri provengono dall’ultima r

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Dal 1974 ad oggi in Italia sono state censite 27mila persone scomparse, di cui 1.258 sono cadaveri non identificati. I numeri provengono dall’ultima relazione del Commissario straordinario per le persone scomparse, che anche per la Puglia disegna un quadro abbastanza preoccupante: sono 1.869 i casi di persone «missing», 49 i cadaveri. Da pochi giorni un avvocato barese, Antonio La Scala, è stato eletto alla guida dell’associazione Penelope, che si occupa appunto di tutelare i familiari delle persone scomparse: da presidente pugliese, La Scala è stato chiamato a guidare l’associazione fondata da Gildo Claps, che ad oggi è attiva in 13 Regioni ma che presto potrebbe ulteriormente espandersi.

«In questi anni – racconta il neo-presidente nazionale – Penelope ha già fatto moltissimo, ma tanto resta ancora da fare. Bisogna dire grazie al lavoro di Penelope, ad esempio, se dal 2012 la legge 203 riconosce un ruolo nella ricerca delle persone scomparse alle associazioni ed alle famiglie, permettendoci di partecipare ai tavoli tecnici delle Prefetture che devono predisporre i cosiddetti piani territoriali. E ancora, bisogna dire grazie a Penelope se sono stati distribuite a tutte le forze dell’ordine le linee guida per la ricerca delle persone scomparse».

In Puglia, dove si sono attivate con i piani territoriali tutte le Prefetture ad eccezione di Foggia, le persone che a fine 2013 risultavano «da ricercare» sono ufficialmente 5, di cui 2 nel Barese, 2 nel Foggiano, uno a Lecce. «Parliamo – dice La Scala – di casi molto noti alle cronache. Basti dire che Penelope in Puglia è nata per iniziativa di Annalisa Loconsole, il cui padre è scomparso nel 2004 e non è mai più stato ritrovato. Oggi i casi aperti riguardano ad esempio Alessandro Ciavarrella, di Monte S. Angelo, forse vittima di lupara bianca, la studentessa salentina Sonia Marra, per la quale c’è un procedimento penale a carico del fidanzato a Perugia, a Giorgio Regoli, scomparso a 31 anni da Matino nel 2012, di cui non si sa più nulla. Tutte situazioni in cui è necessario impegnarsi sia nel supporto alle famiglie, sia nel tentare di dare impulso alle inchieste giudiziarie».

Proprio le modalità di ricerca degli scomparsi, dice La Scala, potrebbero essere più efficienti. «Quasi sempre le Procure iscrivono i casi nel registro dei fatti non costituenti notizia di reato, ma in questo modo si limita il raggio di azione delle indagini, perché ad esempio non possono essere disposte perquisizioni nelle abitazioni. Ogni caso di scomparsa può, potenzialmente, nascondere un reato». Anche per sensibilizzare gli addetti ai lavori, Penelope utilizzerà i proventi del 5 per mille per organizzare corsi gratuiti per le forze dell’ordine, anche nel Barese, come è già stato fatto in Lombardia e Lazio.

Penelope ha anche un pool di legali che si impegnano ad assistere gratuitamente le famiglie («Fanno un lavoro splendido, in alcuni casi davvero difficile»), oltre che un servizio di assistenza psicologica anch’esso gratuito (in Puglia è affidato a Rossella Calone). «Siamo sempre alla ricerca di professionisti che vogliano collaborare con noi: parliamo di un’attività di puro volontariato. Adesso la sfida sarà mettere in rete gli archivi di tutte le nostre associazioni regionali, così da avere uno strumento ancora più efficiente per supportare l’attività di ricerca in ogni parte d’Italia».
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