demolizione forzata, uomo minaccia di darsi fuoco, poi rinvio

Quando  la polizia municipale è arrivata stamani mattina per assicurarsi che l’immobile sottoposto a demolizione forzata fosse vuoto, hanno trovato un

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Quando  la polizia municipale è arrivata stamani mattina per assicurarsi che l’immobile sottoposto a demolizione forzata fosse vuoto, hanno trovato un anziano con una tanica e un secchio di benzina pronto a darsi fuoco. Era il marito della intestataria della concessione demaniale, e insieme al loro uno dei figli. La tensione era elevatissima, tanto da imporre la richiesta, in via precauzionale, della presenza dei vigili del fuoco e di un’ambulanza dell’ospedale, pronti a intervenire tempestivamente nel caso in cui l’uomo passasse dalla minaccia ai fatti.

 

Sul posto giunte anche alcune pattuglie dei carabinieri e della polizia, con il dirigente del commissariato, Agostino De Paolis, che ha assunto la direzione delle operazioni per motivi di ordine pubblico. Ed ‘ stato proprio il capo del commissariato a concedere l’autorizzazione a sospendere per 6 giorni l’ordinanza di demolizione, su richiesta dell’avvocato Innocenza Starace, chiamata dalla famiglia e dichiaratasi disponibile a tentare una mediazione in assenza del loro legale, Gaetano Prencipe (stamani contemporaneamente impegnato in Tribunale di Foggia,ndr)

Da raccolta dati, la vicenda è piuttosto ingarbugliata poiché parte dal lontano 1970, anno in cui la signora ha rilevato dal padre l’attività. I problemi legati all’abuso (parziale) contestato alla suddetta sono iniziati nel 1992, quando risultò che il manufatto, per il quale avevano avuto dal Comune il permesso di costruire, era stato realizzato “in difformità”, non rispetto alla cubatura ma al materiale usato per le fondamenta: cemento anziché ferro (in merito a questo, la famiglia ha citato in giudizio l’ingegnere nonché direttore dei lavori che all’epoca non avrebbe rilevato la difformità permettendo che si proseguisse nella realizzazione dell’opera).

 

L’uomo con l’avvocato Innocenza Starace (Ph: Anna Maria Vitulano)

Da quel momento in poi tutto è rimasto bloccato e dal canto suo la signora dell’attività aveva ritenuto di non dover pagare la concessione annuale rivendicando il mancato utilizzo dell’immobile destinato a bar e pizzeria. Nel 2012 sembrava essere arrivata la soluzione: abbattere tutti i manufatti (a spese sì della signora ma con una ditta scelta dalla stessa e non dall’aggiudicataria della gara d’appalto che aveva preventivato una somma risultata tre volte superiore a quella concordata con l’altra azienda) e ricostruire secondo il progetto proposto dalla ricorrente e approvato dall’ufficio tecnico comunale. Sarebbero però malauguratamente scaduti i termini entro i quali portare a termine la demolizione: da qui l’ordinanza a procedere in maniera forzata.

 

L’avvocato Innocenza Starace: “cercheremo di trovare una possibile soluzione, presupponendo una demolizione solo parziale delle opere relative al provvedimento. Sono fiduciosa”. L’avvocato Gaetano Prencipe: “cercheremo da un lato di rispettare quanto indicato dalla legge e da un altro di salvaguardare la prosecuzione dell’attività dei soggetti interessati”. Si ricorda che la signora è in attesa del rinnovo della concessione demaniale.

(A cura di Anna Maria Vitulano – Tutti i diritti riservati)
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