E’ passato quasi un anno da quando SITA ha soppresso quasi tutte le fermate tra l’aeroporto militare di Amendola e il bivio per San Marco in Lamis sul
E’ passato quasi un anno da quando SITA ha soppresso quasi tutte le fermate tra l’aeroporto militare di Amendola e il bivio per San Marco in Lamis sulla SS. 89. Sono passati tre mesi da quando la Prefettura di Foggia ha convocato un tavolo tecnico, sollecitato dalle persone cui è stata negata la possibilità di usare i mezzi pubblici, per verificare la possibilità di ripristinare le fermate soppresse. In tutto questo tempo non si è fatto un passo avanti per dirimere la questione nonostante l’impegno di ANAS e Polizia Stradale che hanno depositato in Prefettura le loro considerazioni e le loro proposte di fattibilità. Perché la Prefettura continua a non riconvocare le parti?
Inutili sono i ripetuti solleciti fatti dal comitato popolare, 260 i firmatari della petizione depositata in Prefettura, per vari e fantasiosi motivi. Una volta non si trova la richiesta di convocazione regolarmente protocollata nell’ufficio preposto, una volta non si trovano le relazioni ricevute da ANAS e Polizia Stradale, una volta manca la risposta da parte degli uffici della regione Puglia, una volta non si capisce più quale funzionario debba seguire la vicenda. Per questi motivi si ha l’impressione che alla rappresentanza del governo Italiano non interessi più di tanto risolvere il problema delle persone che hanno confidato nella sensibilità del Prefetto.
Eppure dai sopraluoghi era emersa la possibilità di ripristinare almeno due fermate, in corrispondenza dei ponti 13 e 14, come chiesto dal Comitato Popolare, come era emersa, paradossalmente, la pericolosità della fermata effettuata in corrispondenza dell’aeroporto di Amendola in direzione Foggia. Risuonano ancora nelle orecchie dei residenti le obiezioni a fare le fermate proposte, rispettando le condizioni di sicurezza, percorrendo percorrere la strada complanare: “gli autisti perdono troppo tempo” (meno di 90 secondi in più rispetto al tempo normale!); “percorrere la complanare ci obbliga a effettuare le fermate anche se non ci sono passeggeri da far scendere o salire mentre prima i bus si fermavano solo in presenza delle persone”. Frasi su cui preferiamo non fare commenti perché si commentano da sole e qualificano solo chi le ha pronunciate.
Registriamo l’indifferenza dimostrata dalle istituzioni, la volontà di SITA di resistere di fronte alle richieste di chi chiede solamente di poter usare i mezzi pubblici che percorrono la strada di fronte alle loro case. Registriamo l’indifferenza ai disagi patiti da studenti e studentesse, lavoratori e casalinghe, obbligati a percorrere chilometri di strada a piedi per poter usare i mezzi pubblici per spostarsi da casa versi i luoghi di studio e lavoro. A nessuno interessa se piove o se avventori di sesso a pagamento importunano ragazze e donne. Registriamo e, mentre manifestiamo la nostra solidarietà verso i residenti, esprimiamo il nostro sdegno verso chi aveva promesso attenzione illudendo persone che non chiedono altro che vedere riconosciuti i loro diritti di cittadini. E’ finito il tempo della proposta ragionevole perché questa non è stata ascoltata ma, anzi, irrisa dai fatti.
Di fronte all’indifferenza della Prefettura, all’assenza di interventi dell’amministrazione Provinciale nonostante l’apprezzabile disponibilità di ANAS e Polizia Stradale, non resta che organizzare la protesta che comincerà nei prossimi giorni con azioni tese a far conoscere a tutta la comunità i problemi che vivono le persone a cui è negato il diritto a fruire dei servizi pubblici, servizi che pagano comunque versando le tasse dovute alle amministrazioni pubbliche.
(A cura del segretario del circolo “CheGuevara” – Foggia – Fiorenzo Giorgio Cislaghi)
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