Disservizi e ore di fila al CUP, Sipontini 5 Stelle: “indecoroso”

Vendola, durante la compagna elettorale per le regionali del 2005, in Piazza Stella a Manfredonia prometteva: “Basta lunghe liste d’attesa per prestaz

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Vendola, durante la compagna elettorale per le regionali del 2005, in Piazza Stella a Manfredonia prometteva: “Basta lunghe liste d’attesa per prestazioni sanitarie … è indecente che un cittadino, per esercitare il diritto alla salute debba subire peripezie d’ogni genere …”. Detto fatto!

A Manfredonia si esternalizzava il “CUP” per migliorare il sistema delle prenotazioni e delle prestazioni. Poco importa se, le cooperative di servizio, fossero già state approntate con l’immissione di figli e parenti di politici. L’unica cosa a cui i cittadini anelano, è un servizio efficiente ed efficace.

A distanza di oltre otto anni da quelle promesse, i cittadini anelano ancora la sanità promessa.

Il disservizio, al Cup della ASL di Manfredonia, che si protrae dal 5 novembre c. a. è indecoroso. La calca, di cittadini in attesa per le prenotazioni, è tale che non si può accedere al locale per il ritiro del “numerino” per il turno.

Il giorno 6 novembre davanti al dispositivo per i “numerini” c’era una guardia giurata, con tanto di revolver nella fondina, che informava: “numerini” esauriti.

Nell’aria si respirava una latente voglia di ribellione e qualcuno andava via imprecando con frasi come: “è meglio che lo chiudono questo ospedale, così ci mettiamo l’animo in pace e andiamo altrove”; “questo lo può fare chi ha i soldi, chi lavora e risulta disoccupato, chi evade e fa la bella vita”. Le frasi accusatorie ed offensive nei confronti dei dipendenti Asl e delle istituzioni in genere è opportuno tacerle.

Il giorno 7 novembre, alle ore 7,15, c’era già la fila (vedi foto) che, col passare dei minuti andava gonfiandosi. L’indignazione e la sopportazione ben presto si è trasformata in vivace protesta, al tal punto che, alle 11.30 circa, è dovuta intervenire la forza pubblica per placare gli animi. La situazione non è cambiata nel pomeriggio.

Un servizio esternalizzato, con lo scopo di soddisfare esigenze di un territorio così ampio, avrebbe dovuto provvedere a realizzare, oltre alle prenotazione di sportello, sistemi complementari e alternativi, per le prenotazioni che, in altre parti d’Italia, sono già operativi da diversi anni.

Perché allora gravare le strutture sanitarie di ulteriori costi se il servizio offerto dai privati mostra gli stessi limiti di quello pubblico?

Essere cittadino di una comunità e trovare difficoltà nell’esercizio di un sacrosanto diritto, peraltro sancito dalla Costituzione come quello alla salute, è abominevole.

Com’è possibile che, una città di oltre sessantamila abitanti, senza considerare le comunità viciniori, non debba godere di una struttura sanitaria pubblica di eccellenza? Purtroppo c’è da constatare che nessuno si è mai chiesto il motivo per cui la nostra comunità non sente l’esigenza di difende, con ogni mezzo democratico, una struttura ospedaliera che rischia di essere soppressa. Forse l’eccellenza, ad eccezione di qualche caso raro, non è il forte di una comunità dove prevale l’indifferenza, il pressapochismo e la protervia.

Fino a quando nella politica prevarrà la cultura della “sistemazione” del parente e/o dell’amico, oltre che dello scambio del “diritto per favore”, i diritti saranno sempre strumenti da alienare, in barba a ogni principio di merito, professionalità e capacità.

Sipontini 5 Stelle
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