Italia Nostra dice no al parco eolico marino nel golfo di Manfredonia

“La prevista realizzazione di un impianto eolico offshore, con la sistemazione in mare di circa 90 torri alte più di 90 metri sul livello del mare, pr

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“La prevista realizzazione di un impianto eolico offshore, con la sistemazione in mare di circa 90 torri alte più di 90 metri sul livello del mare, proprio al centro del Golfo di Manfredonia in una posizione equidistante dalle coste più pregiate e delicate del Parco Nazionale del Gargano, caratterizzate dalla presenza di impressionanti e spettacolari falesie di candida roccia calcarea e dai profondi arenili che da Manfredonia si distendono sino alle bianche Saline di Margherita di Savoia, è la definitiva offesa che si vuole arrecare ad un angolo d’Italia che meriterebbe una rigorosa tutela per i valori ambientali, storici, paesaggistici e naturalistici che lo nobilitano e lo rendono unico nel panorama del nostro amato Paese”. A sostenerlo è Mariagioia Sforza, presidente della Sezione Italia Nostra di Monte Sant’Angelo.

“E così, invece di realizzare un fantastico ed eccezionale Parco Marino, prolungando quello delle Isole Tremiti, per riportare alla primitiva integrità un mare sacrificato da vari interventi caratterizzati da una aggressività spropositata (basti pensare a quello che ha determinato per tutto il Golfo la presenza dell’impianto ANIC) in modo da ripristinare le primitive condizioni di pescosità che una volta rendeva unico il mare su cui si affacciava l’antica “Sipus”, così chiamata per l’eccezionale presenza di “ossi di seppia”, si vuole consentire il compimento del”sacrificio finale”.

“Non conta nulla il fatto che con questo ciclopico impianto si determinerà la quasi certa fine del Passo degli uccelli che nella loro trasmigrazione vedevano come ultimo “porto” dove trovare riposo per riprendere forza la zona umida del “Lago Salso”, o le falesie, le pinete e le grotte del Gargano. Niente, con questo impianto si decide che tutto ciò non conta nulla. Se si vorrà, invece, essere coerenti, non si autorizzi questo impianto” conclude Sforza in una lettera a sua firma indirizzata alle Istituzioni nazionali, regionali e locali.

 
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