La pianta infestante orobanche minaccia seriamente il pomodoro da industria in Capitanata, principale bacino di produzione in Europa. Gli agricoltori
La pianta infestante orobanche minaccia seriamente il pomodoro da industria in Capitanata, principale bacino di produzione in Europa. Gli agricoltori sono seriamente preoccupati per la decimazione del raccolto che si è avuta già quest’anno, un allarme raccolto da Confagricoltura Foggia che ha istituito un tavolo tecnico-scientifico composto dai ricercatori delle Università di Foggia e Bari. Al confronto – che si è tenuto giovedì 26 settembre nella sede di Confagricoltura Foggia – hanno partecipato la Confederazione italiana agricoltori, la Confcooperative, i ricercatori e docenti del Dipartimento di Agraria dell’Università di Foggia, i prof. Emanuele Tarantino e Francesco Lops, il prof. Pasquale Montemurro del Dipartimento di Scienze Agro-Ambientali e Territoriali dell’Università degli Studi di Bari, il dr. Maurizio Vurro ricercatore nell’ISPA – C.N.R. di Bari ed il prof. Agostino Santomauro del dipartimento di scienze del suolo, della Pianta e degli alimenti dell’Università di Bari. La Regione Puglia è intervenuta con il dirigente dell’Ufficio provinciale Agricoltura il dott. Antonio Ursitti.
Onofrio Giuliano, presidente di Confagricoltura Foggia, si è espresso così in apertura dei lavori: “La politica deve farsi carico di trovare le risorse economiche per combattere questo flagello che colpisce al cuore il sistema produttivo, occupazionale e le specificità produttive dell’agricoltura foggiana” – continua Giuliano – “…questa pianta infestante si sta diffondendo in tutte le regioni italiane e non solo alla pianta del pomodoro”.
Il Presidente di Confagricoltura sostiene l’urgenza di un intervento “al fine di tamponare il problema nei campi e in tal senso chiederemo all’assessore regionale all’Agricoltura di attuare gli interventi più opportuni”.
Secondo Pasquale Montemurro, tra i maggiori esperti del fenomeno orobanche, “…Il problema è andato oltre certi confini e va combattuto con una strategia complessa che richiede l’attivazione dei mezzi preventivi già in uso agli agricoltori, come le rotazioni dei terreni e l’applicazione di corrette pratiche agronomiche anche se sappiamo che tutto questo potrebbe non bastare”. Il professore del Dipartimento di Scienze Agro-Ambientali e Territoriali dell’Università degli Studi di Bari a tal proposito ha però ricordato che “…un’azione di contrasto seria si può attuare solo se ci saranno i finanziamenti così da fare prove in campo regolarmente validate”.
E’ seriamente a rischio il futuro della nostra agricoltura
Il tavolo tecnico-scientifico tornerà a riunirsi dopo il 20 ottobre questa volta a Bari, probabilmente presso il dipartimento della facoltà di Agraria oppure nella sede regionale di Confagricoltura.
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