C'è una notizia positiva per il movimento di protesta No Triv che in questi mesi si è posto a tutela dei fondali marini del Gargano e delle isole Tr
C’è una notizia positiva per il movimento di protesta No Triv che in questi mesi si è posto a tutela dei fondali marini del Gargano e delle isole Tremiti (a suon di ricorsi al Tar, alcuni dei quali accolti, e grandi manifestazioni di protesta). Il decreto appena firmato del ministro allo Sviluppo economico, Flavio Zanonato, effettua un quasi dimezzamento delle aree marine italiane aperte alla ricerca e alla coltivazione di idrocarburi precludendo a tali attività anche i fondali acquatici più preziosi della provincia di Foggia. Si allontana così la minaccia delle trivelle dal nostro promontorio, sopratutto a nord, con l’eliminazione (dalla cartina relativa alle autorizzazioni sulle operazioni di prospezione idrogeologica) della lingua di fondale marino che si estende, a 12 miglia dalla costa, dal basso Abruzzo per arrivare, lungo tutto il Molise, dalle nostre parti.
In particolare l’annuncio sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico recita: “Il ministro dello Sviluppo economico, Falvio Zanonato, ha firmato il decreto di riordino delle zone marine aperte alla ricerca e coltivazione di idrocarburi, in coerenza con le norme di legge approvate dal Parlamento nell’ultimo anno e con la direzione indicata dalla Strategia Energetica Nazionale.Il decreto determina un quasi dimezzamento delle aree complessivamente aperte alle attività offshore, che passano da 255 a 139 mila chilometri quadrati, spostando le nuove attività verso aree lontane dalle coste e comunque già interessate da ricerche di Paesi confinanti, nel rispetto dei vincoli ambientali e di sicurezza italiani ed europei. In particolare, il decreto determina la chiusura a nuove attività delle aree tirreniche e di quelle entro le 12 miglia da tutte le coste e le aree protette, con la contestuale residua apertura di un’area marina nel mare delle Baleari, contigua ad aree di ricerca spagnole e francesi”. “Con questo provvedimento – ha dichiarato Zanonato – sosteniamo lo sviluppo delle risorse nazionali strategiche, concentrando le attività di ricerca e sviluppo di idrocarburi in poche aree marine a maggior potenziale e minor sensibilità ambientale”. “Il decreto – ha sottolineato infine il ministro alla Sviluppo economico – prevede l’impiego dei più elevati standard di sicurezza e di tecnologie di avanguardia nelle quali le aziende italiane detengono una posizione di leadership internazionale”.
Immediato il commento del coordinatore del movimento garganico contro le trivellazioni, Raffaele Vigilante: “E’ un primo passo verso il perseguimento dei nostri obiettivi. Con questo decreto viene accolta la nostra richiesta di ripristinare la distanza di 12 miglia dalla costa per le attività off-shore e viene abolita la disposizione di legge del precedente ministro Clini che consentiva le trivellazioni in aree marine protette. Ma la nostra battaglia, che si è rafforzata l’8 novembre 2012, con l’incontro a Venezia tra i rappresentanti di tutti gli Stati e le regioni che si affacciano in Adriatico, continua, non si ferma qui, perché chiediamo che in futuro tutto l’Adriatico possa essere liberato dalle trivellazioni.”
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