Alla fine l’ha spuntata l’azienda col suo diktat e - dicono alla dirigenza -con le sue esigenze: nell’epilogo della vertenza non c’è stato spazio per
Alla fine l’ha spuntata l’azienda col suo diktat e – dicono alla dirigenza -con le sue esigenze: nell’epilogo della vertenza non c’è stato spazio per appelli e mediazioni di sindaci e sindacati, forze sociali se è vero che alla «Tozzi Equipment dal 1° dicembre un terzo degli operai andrà in mobilità. E se alla Fiom sbottano delusi e perdenti parlando di «licenziamenti incomprensibili» i vertici della sede sede foggiana della Tozzi Electrical Equiment ( la holding ravennate produttrice di quadri elettrici presente in Capitanata da 30 anni) ha imposto la sua linea con decisione e una certa intransigenza.
L’azienda infatti taglierà il personale di quasi un terzo: 22 su 90, infatti, le unità operative dello stabilimento di Borgo Incoronata che dall’1 dicembre verranno licenziate, ricevendo un accompagnamento economico che durerà dai 2 ai 4 anni e che varierà la sua cifra a seconda dell’età anagrafica dei lavoratori. Si chiude così con un altro duro colpo all’occupazione in Capitanata il lungo braccio di ferro che durava da oltre tre mesi tra i vertici aziendali della Tozzi (rappresentati dagli amministratori delegati locali Armando Rossi e Aurilio Nicola) e i sindacati interni, questi ultimi dapprima uniti e guidati dalla Fiom-Cgil sotto la bandiera del “no a tutti i licenziamenti” e poi passati, ad eccezione della Fiom stessa, dall’altra parte della barricata. Un braccio intransigente se è vero che non sono valse le opere di mediazioni delle stesse istituzioni: chi non ricorda il tentativo di Comune, Provincia e Regione, che nelle scorse settimane avevano partecipato ai tavoli della concertazione.
«Una sfida vinta con il ricatto – secondo l’Rsu della Fiom-Cigil – di una risibile riduzione del numero dei tagli in cambio del via libera ai licenziamenti ». I vertici della Tozzi, infatti, in sede di accordo, siglato due settimane fa, hanno ridotto di dieci unità il numero dei tagli inizialmente annunciati: da 32 a 22. Dal prossimo primo dicembre, dunque, 22 nuove famiglie foggiane saranno costrette a fare i conti con crisi e disoccupazione. Vano il tentativo del sindaco Gianni Mongelli operato qualche mese fa e che aveva cercato di prendere per mano la vertenza alla disperata ricerca di una ricomposizione e di un dietrofront dell’azienda di Borgo Incoronata con l’intento di riaprire il confronto tra le parti. Si riuscì a mettere intorno ad un tavolo istituzionale Prefetto, Regione . Una cosa è certa: se è vero che fino a qualche mese fa nessuno avrebbe pensato che una realtà solida come la Tozzi avrebbe messo sul lastrico parte delle sue maestranze complice la crisi oggi si ribalta il concetto di consistenza industriale misurata sulla capacità di non privarsi di figure professionali qualificate. L’azienda di Borgo Incoronata era uno dei fiori all’occhiello, uno specchio di sana imprenditoria e di gestione che alla luce di questa vertenza traballa.
Fa discutere il diktat aziendale che stavolta non ha accettato mediazione. «Si farà così… ». E il taglio diventa una realtà che nuoce al panorama occupazionale che in Capitanata continua con la sua inesorabile emorragia. Rammaricati i sindacati: per loro è una sconfitta, l’ennesima e lo dicono senza mezzi termini. Alza le braccia anche il sindaco Gianni Mongelli informato dell’epilogo della trattativa. Come dire noi come istituzione ce l’abbiamo messa tutta, la nostra parte l’abbiamo fatta. E se riflette sulla rigidità opposta ad un certo punto dall’azienda vuoldire che qualcosa nella trattativa e nei conciliaboli non ha funzionato. Ne sanno qualcosa i lavoratori che come spesso accade in simili bracci di ferro ci rimettono il lavoro e la stabilità familiare. Con la Tozzi si apre un’altra falla.
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