I furbetti del mercato libero e dei «contratti non richiesti». Suona il citofono. «Buongiorno, le dispiacerebbe lasciarci entrare siamo del servizio e
I furbetti del mercato libero e dei «contratti non richiesti». Suona il citofono. «Buongiorno, le dispiacerebbe lasciarci entrare siamo del servizio energia luce e gas». L’anziana padrone di casa pensa che si tratti di tecnici mandati per una riparazione e apre il portone. Dopo qualche minuto si ritrova dietro la porta di casa due giovanotti ben vestiti, cartellina sotto il braccio, modi gentili e parlantina sciolta, troppo. «Posso farle risparmiare oltre il 30% sulla componente energia e gas, è molto semplice, basta che mi faccia vedere le sue ultime bollette» e giù a snocciolare dati, percentuali, cifre e promesse «con noi pagherebbe molto meno ci pensi, le conviene e tanto». A chi non è capitato di imbattersi in due venditori porta a porta?
Offrono tariffe apparentemente convenienti. In realtà cercano di ipnotizzare il potenziale acquirente facendogli credere che quello che gli chiedono di firmare è semplicemente un «modulo informativo…una pura formalità per dimostrare al nostro datore di lavoro che siamo stati qui e le abbiamo presentato una offerta».
E più o meno quello che hanno raccontato a una anziana (ultra settantenne) casalinga barese, due sedicenti promotori di una non meglio società di fornitura di energia che forse disturbati dalla confusione creata sul pianerottolo dai vicini che stavano rincasando, hanno salutato la donna restituendole le bollette (pare dopo aver preso degli appunti) ma senza lasciarle un opuscolo, una brochure, una copia del modulo informativo. Il caso è stato segnalato (senza che sia stata formalizzata una denuncia) alla polizia dai parenti della donna. I due venditori sono usciti a mani vuote ma hanno attinto alle informazioni contenute nelle bollette. Il timore è che la donna si veda recapitare nei prossimi mesi una bolletta, con una nuova dicitura. Come per magia. Senza il suo consenso, senza aver firmato alcun contratto. E tornare alla situazione precedente è un percorso lungo e costoso.
Le grandi aziende hanno appaltato il lavoro di ricerca di nuovi clienti a piccole società che a loro volta si sono affidate a promotori senza esperienza. Pur di sommare provvigioni a provvigioni, qualcuno l’ha fatta grossa. C’è ad esempio chi ha intestato le utenze a persone decedute, chi ha apposto firme false, chi ha rubato le bollette dalle cassette della posta. A un venditore disonesto bastano due dati: il codice cliente e i dati anagrafici dell’intestatario. E spesso è proprio il consumatore a darglieli.
Enel, Edison, Sorgenia, Gdf Suez e Acea sono corse ai ripari, ponendo in essere una serie di strategie contro i furbetti del porta a porta. Ad esempio prima di attivare il nuovo contratto contattano il cliente migrante da un altro gestore per ricevere il via libera definitivo. I contratti non richiesti rappresentano un fenomeno ridotto e in calo. I contratti contestati sono meno dell’1% del totale, ma rappresentano comunque un problema. I gestori di energia più importanti hanno messo in moto un meccanismo virtuoso per cui al nuovo cliente vengono concessi dieci giorni (secondo il Codice del Consumo) per tornare sui propri passi, in questo lasso di tempo riceve una telefonata di verifica da parte del nuovo operatore e una lettera che arriva a casa.
Chi sbaglia paga. Il venditore furbetto solitamente viene allontanato e ci rimette sulle provvigioni del contratto. Poi ci sono le sanzioni più o meno pesanti verso le agenzie locali alle quali è stato appaltato il servizio di vendita. Per i casi più gravi si finisce in tribunale.
[l.nat.]
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