Lo sviluppo urbanistico di Manfredonia risente delle ricadute di processi di globalizzazione, visibili e non visibili, che ne stanno cambiando profond
Lo sviluppo urbanistico di Manfredonia risente delle ricadute di processi di globalizzazione, visibili e non visibili, che ne stanno cambiando profondamente fisionomia, funzioni, ruoli, stili di vita, aspirazioni, comportamenti collettivi ed individuali, spazi fisici e sociali e che determinano, rischi di disagio sociale e di cattiva qualità di vita.
Manfredonia appare urbanisticamente come una città cresciuta su modelli costruttivi individuali e poco aggregativi socialmente, che vede indebolirsi la tradizionale connotazione senza averne definita una nuova. Una residua identità comunitaria è presente nel centro storico e nel potenziale suo rapporto col mare, che tutt’oggi non è completamente usufruibile viste le barriere ancora esistenti.
La città di Manfredonia ed il suo territorio vanno ripensati, quindi, con una nuova visione che colleghi e confronti la situazione attuale con la storia locale, delineando una nuova visione della città e prefigurando uno scenario di riferimento e strumenti operativi nuovi per governare il territorio.
Il vigente P.R.G. (Piano Regolatore Generale) non è stato e non è in grado di fornire una visione d’insieme, essendo fortemente se non esclusivamente orientato ad uno sviluppo urbano puramente edilizio.
Il P.U.G. (Piano Urbanistico Generale) in elaborazione deve dunque diventare lo strumento e l’occasione per costruire insieme come comunità una visione condivisa del futuro del territorio e della città.
In particolare ogni intervento urbanistico piuttosto che aggiungere volumetrie a quelle attuali dovrà preoccuparsi di recuperare l’esistente, adeguarlo ad esigenze di qualità di vita, ripristinare finalità e spazi di socialità di ambito o di quartiere, prevedere per ogni nuova attività edificatoria vincoli precisi e rendicontabili di funzionalità infrastrutturale e dei servizi.
Occorre che ad occuparsene ed esprimersi non siano solo i tecnici, gli esperti dell’edilizia e, di conseguenza, i decisori politici, ma i cittadini tutti, attraverso incontri non occasionali da realizzarsi presso Associazioni rappresentative, parrocchie, quartieri e luoghi di aggregazione, specialmente in periferia.
Solo una comunità partecipe e competente può rendere possibile il senso di appartenenza e la costruzione di una città coesa e solidale, in special modo se viene coinvolta strutturalmente dalle fasi di avvio dei programmi urbanistici, fino alla verifica dei risultati.
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