Trenta unità in CIGO, accordo sindacale alla Manfredonia Vetro

Cambiano le condizioni ma resta aperta la vertenza della Manfredonia Vetro, a seguito dell'incontro tra azienda e sindacati dello scorso 29 aprile. Ce

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Cambiano le condizioni ma resta aperta la vertenza della Manfredonia Vetro, a seguito dell’incontro tra azienda e sindacati dello scorso 29 aprile. Cessato un periodo di Cassa Integrazione Ordinaria per 90 addetti su 205, è stato sottoscritto un verbale d’accordo tra azienda, Assindustria, Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, e le rispettive RSU, per una nuova CIGO di 13 settimane per 30 addetti su 205. Pertanto, sono 60 le unità che rientrano al lavoro; per alcuni reparti, come quelli di linea fredda e linea calda, si riprende a pieno regime. Lo riferisce la Femca Cisl di Foggia, tramite il suo segretario generale aggiunto, Egidio Ondretti, il quale sottolinea che la vertenza resta comunque “aperta ed è in una fase delicatissima in quanto i problemi aziendali restano irrisolti”.

A parere del sindacato, due sono i fattori di criticità che incombono sul Gruppo Sangalli, che nel sito di Manfredonia è presente con tre attività produttive: Manfredonia vetro; Magnetronico; Satinato. Il primo fattore è di carattere finanziario, confermato dai bilanci in rosso degli ultimi due anni, a causa di una forte contrazione del mercato e conseguenza di un’offerta del prodotto di molto superiore alla domanda. Il secondo è di carattere strutturale, dovuto al deperimento fisiologico del forno di fusione, il cuore della fabbrica, dal quale viene fuori il vetro piano denominato float. Per il necessario rifacimento, l’investimento stimato è di 20 milioni.

Per discutere del rilancio produttivo, i sindacati hanno promosso la costituzione di un primo tavolo con le amministrazioni di Manfredonia, Monte S. Angelo e Mattinata, e chiedono di portare le problematiche ad un tavolo regionale, per il quale attendono di esser convocati quanto prima. “Al gruppo Sangalli, che chiede un sostegno economico per la ricostruzione del forno, chiediamo – osserva il segretario Ondretti – la presentazione di un piano industriale, nel quale dichiari quali azioni di rilancio intendono mettere in campo per salvaguardare la produzione ed i livelli occupazionali di un sito industriale, che rimane l’azienda più significativa del Contratto d’Area”.

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