Nei giorni scorsi gli uomini della Squadra della Polizia Anticrimine del Commissariato di Manfredonia, in esecuzione del provvedimento emesso dal Trib
Nei giorni scorsi gli uomini della Squadra della Polizia Anticrimine del Commissariato di Manfredonia, in esecuzione del provvedimento emesso dal Tribunale di Foggia, sezione distaccata di Manfredonia, hanno tratto in arresto il pluripregiudicato Antonio Rignanese, cl. 77, del centro sipontino.
Il provvedimento che ha disposto l’arresto del soggetto è scaturito dalle “reiterate violazioni” degli obblighi degli arresti domiciliari ai quali l’uomo era sottoposto, per le condizioni di salute incompatibili con il regime carcerario. “Le stesse non gli hanno però mai impedito di continuare ad esercitare la sua fiorente attività di spaccio di sostanze stupefacenti tanto che dal settembre dello scorso anno ad oggi ben tre sono stati gli arresti in flagranza di reato perché sorpreso a detenere e cedere consistenti quantitativi di droga“.
In ciascuna di queste circostanze Rignanese era comunque sottoposto agli arresti domiciliari; “per porre fine alla condotta criminale”, il Commissariato ha interessato l’A.G. competente “affinchè provvedesse ad individuare una idonea struttura detentiva compatibile con le condizioni di salute del Rignanese”. Agli inizi dello scorso mese di marzo il carcere di Foggia ha attivato, presso l’azienda ospedaliera degli OO.RR. di Foggia, un reparto detentivo. Pertanto i P.M. titolari dei procedimenti penali per i quali Rignanese era sottoposto al regime degli arresti domiciliari, sulla scorta delle violazioni segnalate dall’ufficio misure di prevenzione del Commissariato, hanno richiesto al Giudice la sostituzione degli arresti domiciliari con la collocazione presso il reparto detentivo.
Il Giudice ha accolto al tempo la richiesta fatta dai P.M. emettendo il provvedimento restrittivo. Al momento della notifica da parte degli agenti di Polizia, Rignanese ha tuttavia accusato dei malori tali da richiedere l’intervento del personale del 118, che prima provvedeva al suo trasporto presso il locale nosocomio e poi agli Ospedali Riuniti di Foggia dove questa volta oltre ai medici ad attenderlo vi era anche la Polizia Penitenziaria.
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