I DUBBI SUL NUOVO IMPIANTO DI BIOMASSA

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Nel penultimo consiglio comunale, il consigliere Matteo Troiano, capogruppo dei Moderati e Centristi e della Federazione di Centro, ha posto all’attenzione un tema di cui la cittadinanza ha scarsa conoscenza, ovvero la costruzione di un impianto a biogas da biomassa vegetale per la produzione di energia elettrica in zona ex DI46. ManfredoniaNews.it, con un articolo apparso sul N. 21 del 3 novembre 2012, a firma di Grazia Amoruso, già segnalava l’inizio dei lavori di quest’impianto, da distinguersi dall’altro progetto, preliminare, appena approvato dalla Regione Puglia (con co-finanziamento di 3 milioni di euro), del Comune per un impianto di compostaggio e trattamento della Forsu (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano), proveniente dalla futura e tanto attesa raccolta differenziata (umido) e che aiuterà a risolvere il problema della biomassa spiaggiata sul litorale sipontino in quanto per il 20% smaltirà la famosa Cymodocea Nodosa.

Tanti i dubbi e le incertezze sollevati ai nostri microfoni dal presidente della Federazione di Centro, Giovanni Caratù e dal consigliere Matteo Troiano, il quale cercherà di portare al prossimo consiglio comunale una discussione in merito alla legittimità procedurale di tale impianto. Ricordiamo in primis che la società committente, l’Agrispess.a.r.l. di Foggia (nata nel 2011, con un capitale sociale di 10.000 euro ed ancora inattiva) per la realizzazione di tale impianto ha richiesto al Comune di attivare una PAS “Procedura Abilitativa Semplificata”, procedura utilizzata per gli impianti da energie da fonti rinnovabili per una potenza inferiore a 1000 kWe.

Tale procedura vuole che, per semplificare e velocizzare i tempi, vista l’incentivazione verso le energie rinnovabili, si indicano delle conferenze di servizio, in cui sono coinvolti tutti i soggetti/enti che dovrebbero rilasciare i relativi nullaosta ed autorizzazioni ed in fine alla luce di tali pareri il dirigente depone la conclusione del procedimento, in questo caso positiva, con una Determinazione dirigenziale (n. 898 del 20/07/2012). I dubbi di Troiano e Caratù: “Dalle indagini conseguite – sostengono i due esponenti- ci risulta che tra i vari pareri manchi quello dell’A.S.L., fondamentale, secondo noi, visti gli odori che un impianto del genere emana in seguito alla decomposizione della biomassa vegetale. Ricordiamo che a poche centinaia di metri c’è un grande albergo nonché una sala ricevimenti, un’azienda alimentare ma soprattutto la nascita di nuovi insediamenti abitativi (Ca1-Ca2)”. A fondamento delle loro perplessità Troiano e Caratù richiamano inoltre il parere dell’Arpa Puglia che concede il parere favorevole con la prescrizione che venga ridotto al minimo il tempo lo stoccaggio delle materie prime nelle trincee, allo scopo di limitare le emissioni di sostanze odorigene.

Altra prescrizione dell’Arpa consiste nell’approvvigionamento delle materie prime, che dovrebbero provenire da attività agricole in prossimità dell’impianto o dai soci della stessa società: “ non ci pare – proseguono – che nelle prossimità dell’impianto ci sia tanta biomassa e che il richiedente abbia tanta produzione visto che è ancora una società inattiva”. Infine a sorprendere i due la mancanza, in conferenza di servizi, del parere urbanistico del comune, che sarà rilasciato tre mesi dopo la determina per la concessione del nullaosta; “come mai si invitano tutte le amministrazioni coinvolte e non il dirigente dello stesso comune?”.

Parere nel quale si affermerà poi che la Convenzione edilizia per quell’area risulta scaduta ed in assenza di una nuova strumentazione esecutiva, la vigente disciplina urbanistica non consente di realizzare alcun tipo di intervento edilizio se non dopo aver stipulato una nuova convenzione, salvo i casi di Intervento Sostitutivo del Comune. Quest’ufficio ritiene – si legge nel parere- che ove siano riconosciuti motivi di interesse generale (rivenienti da norme ad es. sul contenimento di emissioni nell’aria di CO2 grazie all’utilizzo di fonti energetiche alternative) si potrà ricorrere in via del tutto eccezionale a concedere il nullaosta per la realizzazione dell’opera.

Questi allora gli interrogativi di Caratù e Troiano: “Aveva la società, alla richiesta del PAS, i titoli per richiedere tale procedura visto che il preliminare di vendita relativo al terreno è stato registrato 8 mesi dopo la richiesta? Può un dirigente usare i poteri sostitutivi del Comune e stabilire che siano riconosciuti motivi di interesse generale? Per legge non sono di esclusiva competenza del Consiglio Comunale? Dov’è la vigilanza politica sugli atti?”.

Le risposte del Comune: Interpellato l’Ottavo settore Ambiente del Comune di Manfredonia, nella figura dell’Assessore Michele Gallifuoco e del dirigente, l’ing. Simone Lorussi, queste le risposte agli interrogativi sollevati: “Premettendo che gli impianti alimentati da fonti rinnovabili, ai sensi del D.Lgs. 387 del 2003, vengono definiti di pubblica utilità urgenti ed indifferibili, – dichiara il dirigente – nel caso di specie non è richiesto il permesso a costruire, poiché per l’autorizzazione alla realizzazione ed esercizio dell’impianto, l’art. 6, comma 4 successivi, del D.Lgs. 3-3-2011, n. 28, prevede la Procedura Abilitativa Semplificata. In merito alla Conferenza di Servizi e all’acquisizione dei pareri degli Enti invitati, l’ASL di Foggia risulta regolarmente invitata, benchè mai presentatasi, dopodichè passati trenta giorni si manifesta il tacito assenso.

Inoltre alla richiesta di PAS prot. n5562 del 16/02/2012, risulta allegata l’attestazione del tecnico abilitato sulla compatibilità del progetto con lo strumento urbanistico ed il regolamento vigenti nonché il rispetto delle norme di sicurezza ed igienico sanitarie. Infine – conclude l’ing. Lorussi- la richiesta di PAS è stata presentata sulla base di una dichiarazione resa dal richiedente in ordine alla disponibilità dell’area, essendo in possesso del Contratto Preliminare di Vendita del 23-1-2012, successivamente registrato in data 18/09/2012.

Luisa Buonpane

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