Il Parco sostiene la zootecnia locale

La zootecnia ha sempre ricoperto un importante ruolo economico e culturale nel Gargano, è per questo che l’Ente Parco, nonostante le forti restrizioni

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La zootecnia ha sempre ricoperto un importante ruolo economico e culturale nel Gargano, è per questo che l’Ente Parco, nonostante le forti restrizioni finanziarie causate dai tagli all’ente per la spending review, anche per il 2012/2013 non ha voluto far mancare il proprio sostegno agli operatori di questo settore, già alle prese con gravi difficoltà.In primis, sono stati destinati 71.520 euro di contributi per il mantenimento ed incremento delle razze autoctone, il cui primo lotto di richieste (circa una trentina) sarà evaso nei prossimi giorni. L’erogazione di forme di incentivi economici, svolta nell’ambito delle misure agro-ambientali sia per il mantenimento delle mucche podoliche che per l’acquisto di tori podolici, ha prodotto un aumento costante dei capi presenti all’interno dell’area naturale protetta del Gargano ed un largo apprezzamento tra gli allevatori, i quali solo nel 2011/2012 hanno beneficiato di 63.120 euro per il mantenimento di 526 capi.

Buone notizie anche sul fronte del risarcimento dei danni da fauna selvatica, uno dei costi più gravosi per gli imprenditori del settore. Nel 2012, solo per i danni provocati dai lupi, l’Ente Parco ha versato un indennizzo per 104 capi per un importo pari a 65.279,08 euro. Un impegno che proseguirà anche nel 2013.

“La podolica – dichiara il presidente Pecorella – ormai è un must internazionale, tanto che il suo caciocavallo, grazie alle sue caratteristiche aromatiche, è salito sul podio dei formaggi più buoni. Stesso dicasi per l’indennizzo dei capi di bestiame, vittime della fauna selvatica, problema per il quale stiamo cercando una soluzione attraverso la partecipazione dell’Università di Bari che già da anni studia il fenomeno della presenza della specie e la sua evoluzione.

Aldilà del sostegno – ha concluso Pecorella – bisogna cominciare a creare un sistema di filiera e di qualità che sia in grado di dare la spinta propulsiva al settore in fatto di marketing e vendita. Ad esempio, i nostri operatori dovrebbero prediligere, nell’offerta turistica, i prodotti locali e i menù a kilometro zero che fanno bene alla salute ed al portafogli. Questo significa amare il proprio territorio ed investire su di esso, così come sta facendo il Parco”.

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