Mons. Castoro: criminalità non ci rubi i nostri giovani

Dinanzi  alle notizie relative agli ultimi omicidi a Manfredonia che hanno turbato le coscienze di noi tutti, non posso esimermi dal denunciare la gra

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Dinanzi  alle notizie relative agli ultimi omicidi a Manfredonia che hanno turbato le coscienze di noi tutti, non posso esimermi dal denunciare la gravità di tali fatti. Se da un lato ciò che desta sconcerto è la modalità con cui tali fatti criminosi vengono espletati, dall’altro preoccupa altresì il fatto che a farsi portatori di tanta efferatezza sono sempre più persone di giovane età. E’ questo un aspetto nuovo che deve far riflettere tutti”. Lo ha detto in una nota Monsignor Michele Castoro, Arcivescovo dell’arcidioocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo.

“Specialmente tutte quelle istituzioni (dalla famiglia alla scuola, dalle parrocchie alle tantissime associazioni) preposte alla educazione delle nuove generazioni. Per evitare che i giovani fin dall’adolescenza possano correre il rischio di diventare preda della manovalanza criminale, è necessario che ciascuno faccia la sua parte, puntando su valori condivisi, tra cui spicca il rispetto della vita umana, che tramite le leggi e le regole di convivenza democratica vengono garantiti a tutti. Non dobbiamo permettere a nessuna organizzazione criminale di rubarci i nostri giovani con promesse di una ricchezza facile e di un potere che si pone al di sopra delle regole della comunità”.

“Sappiamo che la forza dei pochi si nutre della paura dei molti. Per tal ragione non c’è lotta alla criminalità senza una autentica e profonda coscienza sociale, senza un forte senso di appartenenza alla propria città, che, in momenti come questi, piuttosto che dividerci, ci deve invece rendere tutti solidali nel fare fronte comune nella lotta ad ogni forma di criminalità. E’ arrivato il momento in cui le tante forze sane presenti nella nostra città facciano sentire la loro voce, mettendo in campo le loro energie. Se così non fosse ci lasceremmo impaurire, rischiando di dare ragione a chi usa la forza e la violenza come strumento di regolazione sociale, o per esercitare una forma di controllo sul territorio, arrogandosi il diritto di sostituirsi alle leggi dello Stato, andando in tal modo contro la comunità e contro la coscienza morale di ciascuno”.

“Che il Bambino Gesù, che rende giustizia agli oppressi, in questo Natale ormai alle porte, possa infondere nei cuori di tutti, specie nei giovani, il coraggio necessario per affrontare con responsabilità il proprio impegno nel costruire una comunità fondata sul rispetto dei diritti e della libertà di ogni suo membro”.


Redazione

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