La ricorrenza del 4 novembre ci riporta al sentimento dell’Unità Nazionale ed è un invito continuo a ritrovare le motivazioni fondamentali di una mem
La ricorrenza del 4 novembre ci riporta al sentimento dell’Unità Nazionale ed è un invito continuo a ritrovare le motivazioni fondamentali di una memoria condivisa, di un destino comune”. Lo ha detto in un intervento odierno il sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi.
“Rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’armi, Autorità militari, Autorità religiose, Autorità civili, Docenti, Studenti, Cittadini di Manfredonia. Oggi, nel ricordare l’anniversario del 4 novembre 1918, giorno della vittoria dell’Italia nella prima guerra mondiale, celebriamo la giornata dedicata alle Forze Armate e all’Unità d’Italia. Oggi rivolgiamo il nostro primo pensiero a tutti coloro che hanno servito la Patria fino all’estremo sacrificio della propria vita. Dobbiamo essere grati a quanti si sono immolati per completare il disegno dell’Unità d’Italia e conquistare libertà e progresso per il nostro Paese; dobbiamo essere consapevoli che di quel sacrificio, consumato più di novanta anni fa, ancora oggi noi raccogliamo i frutti”.
“Ma la ricorrenza del 4 novembre non può essere considerata soltanto come giornata celebrativa. Dalla
memoria della nostra travagliata storia, spetta a noi tenere vivo il valore di quelle vicende, che continuano a dare significato al nostro tempo e visione al nostro futuro. Ma qual è il significato della giornata di oggi, qual è il valore e il ruolo delle forze armate italiane nella convivenza tra i popoli?”.
“Questo anniversario può essere occasione di riflessione e di impegno in termini di consapevolezza per una situazione internazionale che attraversa profonde crisi e conseguenti trasformazioni sul piano economico e politico, con la caduta di regimi autoritari e il manifestarsi di nuove guerre locali, il perseverare di terrorismi e di estremismi che impediscono la composizione pacifica di conflitti. Ogni giorno milioni di persone nel mondo vivono l’incubo della guerra, della fame, delle persecuzioni. Per loro la pace è un desiderio e una speranza irraggiungibile. In tale scenario l’Italia è impegnata dall’Africa ai Balcani, dal Medio Oriente all’Asia, attraverso le Forze armate, in operazioni di supporto alla pace in tutte le principali aree di crisi del mondo, in contesti diversi e con compiti diversificati. Con un impegno militare, politico e finanziario rilevante, queste missioni, a partire dagli anni Ottanta, rappresentano un fondamento della politica estera e di difesa dell’Italia repubblicana. Perché la pace non si improvvisa, la si costruisce con impegno e costanza, dedizione e organizzazione”.
“Vi sono persone che volontariamente rischiano la propria vita per far sì che anche in quelle terre lacerate dall’odio e dai conflitti la pace diventi una realtà. Sono i professionisti della pace. Specializzati nella gestione delle ostilità, vigilano sui diritti umani, aiutano i profughi, si frappongono nelle situazioni di guerra. Sono numerose le missioni sparse per il mondo che li vedono coinvolti. Molti nostri militari sono morti in tali missioni. Ai soldati che sono caduti nell’assolvimento di quei compiti, rivolgiamo la nostra commossa
gratitudine”.
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