La foto della sagoma di D’Alema sotto le ruote del camper di Renzi è la dimostrazione che le primarie del centrosinistra, decisive anche per il futuro
La foto della sagoma di D’Alema sotto le ruote del camper di Renzi è la dimostrazione che le primarie del centrosinistra, decisive anche per il futuro del nostro Paese, sono state trasformate dal sindaco di Firenze in una allegoria goliardica di pessimo gusto”. Il deputato del PD Michele Bordo è “indignato per l’insultante e grottesca appendice all’ennesimo show del sindaco di Firenze” registrata dai cronisti all’esterno del PalaExpo di Empoli.
“Le dissociazioni del giorno dopo dal gesto di odio, per di più fatte non direttamente da Renzi ma attraverso il comitato a suo sostegno di Empoli, non tolgono nulla al clima molto pesante che il sindaco di Firenze sta alimentando nei confronti di Massimo D’Alema, un leader politico di primissimo piano a livello nazionale e internazionale, al quale esprimo solidarietà e stima. Il rinnovamento e il cambiamento sono tutt’altra cosa rispetto al populismo della rottamazione che Renzi sembra avere come unico punto del suo programma di governo. D’Alema e Veltroni sono risorse che andrebbero salvaguardate non dileggiate, perché sono tra i principali interpreti della straordinaria tradizione politica della sinistra italiana. Capisco che Matteo Renzi non centri nulla con questa storia gloriosa e che ne voglia prendere le distanze per attrarre, come lui sostiene, i voti degli elettori orfani del berlusconismo, ma tenga sempre a mente – continua Bordo – quali possono essere le conseguenze, per il Paese e il PD, di questa pesante campagna di attacchi rivolta ai dirigenti più autorevoli e rappresentativi del partito”, dice Bordo.
“L’ennesimo scivolone del sindaco di Firenze deve spingere il PD e Bersani a scendere in campo direttamente per difendere la storia e la dignità di D’Alema, che ha portato il centrosinistra per la prima volta al governo del Paese ed è stato tra i fondatori del Partito Democratico. Lo scontro tra Renzi e D’Alema non è questione personale, ma un problema del partito. Così come il punto non è più se D’Alema sia o voglia essere candidato o meno al Parlamento. Anche io penso che D’Alema non abbia bisogno di rivestire l’incarico di deputato per continuare a fare politica ad altissimo livello. Ciò che non ritengo possibile è che si consenta a Matteo Renzi di continuare a dileggiare, attraverso gli attacchi a D’Alema, la storia politica della sinistra italiana, che tanta parte ha avuto per quella del nostro Paese”.
“Al punto in cui siamo arrivati e anche per difendere questa storia, e’ giusto che sia il PD a chiedere a Massimo D’Alema di essere in campo. Il partito – conclude Michele Bordo – non può fare a meno di queste personalità, pena un appannamento della propria identità”.
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