Chiusa la controversia steppe pedegarganiche-industrializzazione di Manfredonia

Per favorire gli insediamenti industriali del Contratto d’area vennero impiegate aree soggette a vincolo ambientale. Una denuncia della LIPU attivò la

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Per favorire gli insediamenti industriali del Contratto d’area vennero impiegate aree soggette a vincolo ambientale. Una denuncia della LIPU attivò la Commissione Europea che aprì una procedura di infrazione risoltasi con compensazioni territoriali.

 
La Commissione Europea ha archiviato la procedura di infrazione 2001/4156 nei confronti dello Stato italiano inerente ai progetti di industrializzazione a Manfredonia ed alla salvaguardia di valloni e steppe pedegarganiche. Lo ha comunicato il Capo del Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roberto Adam, al Sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi che non ha mancato di manifestare la propria “soddisfazione per la chiusura di una questione che si trascinava da oltre un decennio e che ha determinato un grosso impegno del Comune di Manfredonia, unitamente alla Regione Puglia, per risolvere una controversia che minacciava di creare non poche difficoltà e strascichi di vario ordine”.

Una vicenda dei giorni nostri ma che ha radici lontane nel tempo. L’inizio è datato 1996 allorquando la Giunta Regionale delibera l’elenco dei siti destinati a costituire la cosiddetta rete “Natura 2000”. Una iniziativa passata, stando a quanto avvenuto dopo, pressoché inosservata anche quando nel 2002 la stessa Giunta Regionale approvava le delimitazioni dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e delle Zone a Protezione Speciale (ZPS). Fra queste anche i SIC e le ZPS comprendenti i valloni e le steppe pedegarganiche ricadenti a monte dell’area di Coppa del Vento, ad un tiro di schioppo ad ovest di Manfredonia lungo la statale per Foggia ove era stata, già da diversi anni, individuata un’area PIP destinata alle attività artigiane.

Nel 1998 il Consiglio Comunale di Manfredonia deliberava l’ampliamento dell’area PIP per consentire la realizzazione di attività produttive previste dal Contratto d’area, strumento economico statale finalizzato allo sviluppo del territorio.

Tutto procedeva secondo un intenso programma di iniziative industriali, quando scoppia la grana. La Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) presenta nel 2011, un ricorso alla Commissione Europea denunciando come “alcuni progetti sono stati realizzati causando un notevole degrado all’habitat e una forte perturbazione alle specie presenti all’interno del sito” fra cui la gallina prataiola. La Commissione Europea non ci pensò due volte e aprì una procedura d’infrazione contro lo Stato italiano. Comune di Manfredonia e Regione Puglia corsero ai ripari per ricercare le misure più acconce ad evitare le gravi e pesanti sanzioni minacciate dalla Commissione Europea. Una rincorsa irta di difficoltà. Nel 2006 venne finalmente definita una convenzione fra i due Enti, nella quale sono stati individuati gli obiettivi operativi del Piano di gestione dei SIC-ZPS. Fra le misure compensative adottate la destinazione vincolata a pascolo di 400 ettari dell’Oasi Lago Salso.

Gli atti esecutivi deliberati dal Comune di Manfredonia e dalla Regione Puglia, sono stati inviati al Ministero competente e quindi alla Commissione Europea che ha provveduto ad archiviare il caso.

Ufficio Stampa e Comunicazione – Comune di Manfredonia (FG)

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