LA DISTRIBUZIONE DELLE ATTIVITA' DEL CONTRATTO D'AREA

Tra le notazioni evidenziate dal report sul contratto d’area (vedi link nel sito del Comune), vi è quella della diversa dislocazione delle varie azien

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Tra le notazioni evidenziate dal report sul contratto d’area (vedi link nel sito del Comune), vi è quella della diversa dislocazione delle varie aziende che fino al dicembre 2011 erano 40. Diciamo “erano” perché, come è ben noto a tutti, la crisi ha proseguito nella sua pesante erosione tanto di imprese quanto di posti di lavoro, ragion per cui anche le attività produttive del polo industriale di Manfredonia, Monte Sant’Angelo, Mattinata, sono esposte a tale falcidia.


Ciò considerato, vi sono, spulciando fra i tanti dati, spunti di riflessione utili magari per rilanciare il settore. La prima è quella riferita al panorama alquanto diversificato delle attività avviate, alcune delle quali del tutto innovative nel contesto economico locale. Intanto va rilevato che delle quaranta aziende in attività, dieci sono localizzate nell’area industriale ex Enichem di Macchia, quattordici nell’area industriale creata ex novo per accogliere le aziende portate dal contratto d’area alle porte di Manfredonia, sulla statale per Foggia, le rimanenti insediate in varie località tra Manfredonia, Monte Sant’Angelo e Mattinata. Più in particolare: zona artigianale D32, zona porto industriale, località Califano Manfredonia, Sciale delle Rondinelle, località Madonna degli Angeli di Monte Sant’Angelo, località Dieci carri Manfredonia, località S. Pasquale Macchia-Monte Sant’Angelo, contrada Montelli Mattinata, contrada Funni Mattinata.
Fra le attività di produzione troviamo: componenti per carrelli elevatori, accumulatori per trazione e stazionari, gelati industriali, vetro, confezionamento merce alla rinfusa, cemento armato precompresso, birra, alberghi ristoranti e residence, preparazione pasti, stoviglie in plastica, lastre in materiale plastico, macchinari per pastifici, carpenterie metalliche, mobili metallici, arredi in legno, articoli serigrafici, pizzi e merletti, sistemi automatici, impiantistica elettromeccanica, circuiti stampati, tintura e finissaggio, lavorazione e trasformazione di frutta e ortaggi, armature metalliche per costruzioni, segagione e lavorazione di marmo, alimenti precotti refrigerati, costruzione e riparazioni imbarcazioni, e finanche tipografia, studio di consulenza gestionale, elaborazione pratiche e certificati.
Insomma una serie di attività che certamente senza il sostegno del contratto d’area non sarebbero mai state avviate. Contratto d’area che, è pur vero, avrebbe potuto e forse dovuto dare di più, incidere più profondamente nel contesto economico sociale del territorio, ma se consideriamo il livello da cui il territorio è partito (dal dopo Enichem quando l’economia locale è andata sotto zero con tutte le conseguenze ben visibili che ci sono state) a quello in cui si ritrova, non si può dire che non ci sia stato un valore aggiunto.
Il problema, a parte la crisi, è di prospettiva, vale a dire di saper capitalizzare un patrimonio non indifferente che produce un circolante che tutto sommato mantiene in piedi l’economia locale.

Ufficio Stampa e Comunicazione – Comune di Manfredonia (FG)
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