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Secondo arresto per 16 persone delle diciotto coinvolte nel blitz “Rinascimento”. La squadra mobile ha così arrestato i presunti fiancheggiatori diGiuseppe Pacilli. Gli investigatori sono convinti che Pacilli sia uno degli esponenti di spicco della mafia garganica, vicino al clan Li Bergolis, che fu arrestato un anno fa dopo due anni di latitanza.
Il gip del tribunale di Bari ha emesso l’ltro ieri una nuova ordinanza con la quale si cofermano i fermi eseguiti dalla Direzione Distrettuale Antimafia. I sedici soggetti sono accusati di favoreggiamento, estorsioni e armi, con l’aggravante delle modalità mafiose. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa anche per lo stesso Pacilli accusato di estorsione. Pacilli non era coinvolto nel blitz “Rinascimento” del 23 marzo scorso.
L’accusa è convinta che gli arrestati avrebbero favorito la latitanza di Giuseppe Pacilli, considerato tra i 30 latitanti più pericolosi d’Italia e arrestato nelle montagne tra Monte Sant’Angelo e Manfredonia. Secondo i magistrati, Pacilli si sarebbe accordato con Enzo Miucci nella divisione del territorio di Monte Sant’Angelo. Le maggiori attività mafiose compiute dal clan di Pacilli sono quelle legate alle estorsioni ai danni di commercianti e di piccoli imprenditori del Gargano.
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