LA PASQUA: TRADIZIONI MANFREDONIANE

La Pasqua Alla mezzanotte del Sabato Santo, con la resurrezione di Cristo e lo scampanìo delle campane, si usa “cacciare il demonio” dalla casa con un

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La Pasqua
Alla mezzanotte del Sabato Santo, con la resurrezione di Cristo e lo scampanìo delle campane, si usa “cacciare il demonio” dalla casa con un bastone, battendo tutti gli oggetti dell’arredamento e, nello stesso tempo, si buttano via le cose vecchie o obsolete, messe già prima da parte.

 

I bambini, poi, con lunghe teorie di recipienti di latta (i stagnole), legati ad una corda, usano percorrere le strade della città, con gran fracasso, colpendo di tutto con le aste di legno che recano in mano.

 

Negli ultimi tre giorni della Settimana Santa si usa fare il digiuno, mentre per la Domenica di Pasqua si preparano i relativi dolciumi: le ciambelle (i skarejèlle), i taralli impastati con farina e tuorlo d’uova, conditi con l’allume e zucchero oberati (glassa) (i taralle pe ll’ove ngeleppète).

Nella mattina, ben presto, della Pasqua si usa consumare il tipico mstico sipontino: “la farrata”, e sarà l’ultima sua apparizione.
Per il pasto vero e proprio la tradizione viene opportunamente rispettata, specie nel secondo piatto.
Questo consiste in uno spezzatino di agnello, condito con verdura di campo cotta (i cardungille o con piselli e uova).
Si usa preparare anche u bbeneditte ,(il “Benedetto “), con salumi affettati, caciocavallo e uova sode.

 

Pasquale Ognissanti

 
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