Sisma 2002, Bordo: ”Stato di criticità ripristinato, ma sarà impossibile chiudere i cantieri entro il 30 aprile”

Il Governo ha ripristinato lo Stato di criticità nelle zone colpite dal sisma del 2002 fino al 30 aprile 2002, accogliendo le richieste formulate dai

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Il Governo ha ripristinato lo Stato di criticità nelle zone colpite dal sisma del 2002 fino al 30 aprile 2002, accogliendo le richieste formulate dai sindaci dei Comuni danneggiati e sostenute anche dai parlamentari della Capitanata, “ma sarà impossibile concludere i programmi di ricostruzione entro quella data”.

Lo afferma Michele Bordo, deputato del PD, annunciando una nuova interrogazione – “la quarta sul tema” – per sollecitare l’Esecutivo ad adottare “misure credibili, efficaci e durature”, nonché il presidente della Regione Puglia a “incontrare nuovamente i sindaci per proseguire la positiva azione di sostegno delle istanze provenienti da amministratori e comunità alle prese con difficoltà enormi senza avere gli strumenti per affrontarle e risolverle”.

Nel caso, ad esempio, dei Comuni della provincia di Foggia colpiti dal terremoto, “il Governo pretende che entro la fine di questo mese i pochissimi dipendenti degli Uffici tecnici comunali chiudano centinaia di pratiche aperte, decine di cantieri in corso d’opera e i molti altri che ancora devono essere avviati – prosegue Bordo – E’ materialmente impossibile, anche perché la sospensione dello Stato di criticità dal 1° gennaio a qualche giorno fa ha bloccato tutte le procedure che ora vanno riattivate.

Sono anni che chiedo l’adozione di una legge ordinaria dello Stato che risolva questi problemi, stabilendo regole chiare ed efficaci in ordine ai finanziamenti ed alle deroghe normative da applicare per garantire la velocizzazione delle procedure.

Tra qualche mese saranno trascorsi 10 anni da quei terribili e dolorosi momenti. E’ inconcepibile che a distanza di così tanto tempo i cittadini di quei Comuni non possano rientrare in possesso delle loro case, le strade di quei paesi siano ancora piene di puntelli e ponteggi, le Amministrazioni comunali non abbiano certezze finanziarie – conclude Michele Bordo – Almeno queste ferite devono rimarginarsi”.

 
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