La fine della fase di commissariamento dell´Autorità Portuale di Manfredonia è ancora un´utopia, un fastidio burocratico da sbrigare con calma nei mea
La fine della fase di commissariamento dell´Autorità Portuale di Manfredonia è ancora un´utopia, un fastidio burocratico da sbrigare con calma nei meandri del ministero dei Trasporti. A distanza di anni sono arrivate le prime reazioni su questo strano ritardo, che niente sembra giustificare: nemmeno il presumibile sforzo di ministri e sottosegretari del Governo Monti per salvare l´Italia.
La fase di amministrazione straordinaria (commissariamento) dell’AP, iniziata nel 2005, con successivi decreti ministeriali alla legge n. 350/2003, in attesa della nomina del Presidente dell’Autorità portuale, con il compito di verificare l’assetto infrastrutturale del porto di Manfredonia, le potenzialità economiche e le prospettive di sviluppo delle attività portuali, deve giungere alle battute finali e i tempi per la sua formale cessazione devono essere molto brevi. Basta perdere tempo, anche perchè un’Autorità portuale con il Comitato Portuale vedrebbe un popolo variegato di attori del territorio, dal Presidente dell’AP al Com.te Capitaneria di Porto alla Agenzia delle Dogane, ai vari delegati della Regione, della Provincia, dei Comuni dell’AP, Industriali, Autotrasportatori, Spedizionieri, Rappresentanti dei lavoratori, ed altro. Attori che devono fare veramente gli interessi di categoria e quindi del territorio.
E’ inutile negare l’alto valore dell’Autorità Portuale nell’azione di rilancio socio-economico della città e della Capitanata attraverso il Porto Alti Fondali. Per tale motivo l’AP nel pieno delle sue funzioni deve procedere all’attuazione di un programma di interventi caratterizzato da specifici obiettivi di promozione dello sviluppo del territorio’. E´ quanto ha affermato Aldo Gatta, segretario Usppi, alla vigilia della riunione convocata per martedì 20 marzo presso la sede della Capitan eria di Porto di Manfredonia.
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