All’indomani dei provvedimenti presi nei confronti di due ragazzi della curva sud, a cui sono stati notificati Daspo per 18 mesi con obbligo di firma,
All’indomani dei provvedimenti presi nei confronti di due ragazzi della curva sud, a cui sono stati notificati Daspo per 18 mesi con obbligo di firma, crediamo che, ormai, non ci sia più nessun presupposto per continuare a cantare e tifare per il Manfredonia calcio. La situazione ha superato ogni limite che garantisce ad un cittadino italiano libero di sentirsi tutelato e appunto libero di fare della propria vita ciò che vuole.
In occasione della gara contro il Monopoli, in casa al Miramare, la curva sud per l’anniversario della morte di Pasquale Cotugno, ultras sipontino a cui è intitolato il settore più caldo dello stadio, sono state accese torce e esposti striscioni in memoria di Pasquale. Il servizio d’ordine dello stadio Miramare ci ha creato problemi per far entrare uno striscione di carta con su scritto “Pasquale Cotugno”, poi un altro di stoffa sempre dedicato a Pasquale con su scritto “dagli stadi alle strade gridando fieri il tuo nome”.
All’indomani della suddetta, vengono notificati due Daspo a due ragazzi della curva, di cui uno peraltro assente in quella partita. In cinque anni sono stati notificati circa 20 provvedimenti tutti in curva sud, tutti a ragazzi che seguono il Manfredonia calcio da sempre e sono l’unico sostegno della squadra soprattutto in trasferta.
Sono caduti ormai tutti i criteri per continuare ad andare avanti e crediamo che al momento non ci siano più le possibilità per continuare a fare il tifo giù al Miramare, né tantomeno in trasferta. Abbiamo il cuore spaccato perché sta scomparendo l’unica fonte di aggregazione sociale presente in città, nonché il movimento ultras manfredoniano.
Non siamo persone che si piangono addosso, ma qualcosa bisogna pur fare per far capire alla gente, cosa si vive a Manfredonia ogni stramaledetta domenica, cosa viviamo noi da oltre cinque anni; venti ragazzi che nei singoli casi non vanno più allo stadio, strappati alla propria passione, che è solo quella di tifare per la squadra della propria città. Per che cosa? Per uno striscione di carta, per delle torce accese e spente in curva solo per colorare il settore, per delle contestazioni pacifiche, e sottolineiamo “pacifiche” fatte nei confronti della società.
Diffidati per aver difeso un ragazzino a cui non si voleva far entrare con una bandiera, diffidati per una manifestazione fuori la curva totalmente pacifica, diffidati per aver acceso delle torce in curva in memoria di Pasquale Cotugno. Ci chiediamo perché dobbiamo pagare questo prezzo? La coerenza e l’onore costano venti diffide in quattro anni; la scomparsa del tifo a Manfredonia è la vittoria del sistema repressivo italiano?
Se questo è il risultato la curva sud “chiude i battenti”, non ci sarà nessun coro a sostegno della squadra, non ci sarà nessuna bandiera, non ci sarà nessuna coreografia, non ci sarà più niente perché “non si può fare più niente”; siamo stanchi e questa forse rappresenta “l’ultima fase di una lotta che ci ha decimato” mettendo a rischio la vita personale di tutti noi, limitando la libertà personale di molti di noi, annientando il movimento ultras manfredoniano, in tutte le sue forme.
Solo il silenzio da ora in poi potranno portare in curva gli ultras del Manfredonia: “silenzio e rabbia”.
Comunicato a firma Curva Sud “Pasquale Cotugno”
false
COMMENTI