LA TRAGEDIA CONCORDIA RICORDA IL NAUFRAGIO DELLA "PEPPINELLA" DI MANFREDONIA

Il tragico naufragio della nave da crociera “Concordia” finita contro gli scogli dell’Isola del Giglio, ha riportato alla mente dei manfredoniani il n

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Il tragico naufragio della nave da crociera “Concordia” finita contro gli scogli dell’Isola del Giglio, ha riportato alla mente dei manfredoniani il naufragio di “Peppinella”, un mercantile iscritto ne

Un drammatico incidente che causò una sola vittima, il capitano della nave Giuseppe Martinovick, 63 anni, di Trieste.Tutti salvi invece i diciotto uomini di equipaggio sedici dei quali erano di Manfredonia: Luigi Castriotta (1° ufficiale), Vincenzo Messina (capo macchinista), Francesco Guglielmi (1° macchinista), Salvatore Ricucci (3° macchinista), Paolo D’Angelo (cuoco), Leonardo Paladino, Antonio Guerra, Pasquale Bottalico, Antonio Brigida (marinai), Matteo Iaccarino, Matteo Conoscitore, Matteo Esposto (giovani), Francesco Ciuffreda, Antonio Bordo, Giuseppe Di Lorenzo (fuochisti), Domenico Palumbo (mozzo); degli altri due uno era di Torre del Greco: Luigi Formisano ( 2° ufficiale) e l’altro di Noicattaro: Angelo Di Pinto (2° macchinista).

L’affondamento della “Peppinella” fu un grave colpo non solo per la perdita della nave, ma soprattutto per le aspettative che erano state riposte nell’iniziativa intrapresa dalla Compagnia armatoriale appositamente costituita “come primo passo per il potenziamento, anche nel campo del traffico marittimo, di questa città di cui tanta parte vive nel mare e per il mare”, è scritto nella delibera consiliare con la quale il Comune offriva “la bandiera nazionale”. “Sia la prima di una lunga serie di navi – auspicava la civica amministrazione – che arricchiscano il nostro Porto e potenzino l’intera provincia Dauna”.

Un sogno tanto ambizioso quanto sventurato persosi miseramente nelle nebbie della Manica prima ancora che se ne avesse contezza: Peppinella colò infatti a picco al suo primo viaggio portandosi in fondo al mare, con il carico di minerali di ferro, tutte le buone intenzioni di una città marinara rimasta dopo oltre mezzo secolo, quella che era ancor prima di Peppinella.

Il dramma si consumò in soli sette minuti. “Un impatto impari – annota Giacomo Trotta broker marittimo – tra la Peppinella di 1500 tsl costruita nel 1928 e la Sunoak di 12mila tsl varata nel 1956 avvenuto ad una ventina di miglia dalla costa inglese ove tuttora giace su un fondale di trenta metri”.

“Erano le 4,30 e stavo preparando il caffè – ricorda Paolo D’Angelo, 78 anni – quando fui sbalzato da un violento scossone”. “Ci rendemmo subito conto di quello che era successo dall’inclinazione che la nave assunse e dell’acqua che invadeva velocemente la nave”, spiega Domenico Palumbo anch’egli 78enne. “Vidi la prua di una grande nave infilata nella prora della nostra nave.Pensai che per tutti noi era finita”, racconta Antonio Bordo, 76 anni. Hanno ancora negli occhi il terrore di quei convulsi momenti. “Ci riunimmo – rivelano – tutti a poppa col comandante che quasi ci ordinò di gettarci in mare quando il battello era ormai per metà sommerso. Lui rimase a bordo e scomparve con la sua nave”. Un marinaio d’altri tempi rimasto fedele alle più ferree tradizioni marinare. I naufraghi furono raccolti dalla nave norvegese e posti in salvo.

Ufficio Stampa e Comunicazione – Comune di Manfredonia (FG)
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