Basta, siamo esasperati, e' un continuo viavai di clienti e di donne poco raccomandabili; uno spettacolo a dir poco raccapricciante per i nostri figli
Basta, siamo esasperati, e’ un continuo viavai di clienti e di donne poco raccomandabili; uno spettacolo a dir poco raccapricciante per i nostri figli, tant’è che siamo costretti a trasferirci”. Non ne può più una famiglia di Manfredonia, stanca di dover “condividere” il pianerottolo con un gruppo di squillo colombiane; stanca di dover assistere al continuo andirivieni di uomini da quell’appartamento in via Volta, trasformato in una vera e propria casa chiusa. Questa la loro denuncia formalizzata due mesi fa al commissariato del centro sipontino e che, ieri, ha permesso di individuare e porre sotto sequestro quell’ alcova nel quartiere Monticchio, zona residenziale manfredoniana. Quattro i cittadini colombiani denunciati per favoreggiamento della prostituzione: tre donne ed un uomo; ma gli inquirenti sono certi di trovarsi di fronte ad una vera e propria organizzazione criminale. Organizzazione che attirava i clienti con espliciti annunci su quotidiani locali che parlavano di donne avvenenti in cerca di compagnia. Annunci corredati da utenze telefoniche. Nell’appartamento del piacere era assicurato il massimo confort. L’attività di meretricio si svolgeva prevalentemente in una stanza organizzata in modo da garantire la massima discrezione ai clienti. Al momento del blitz nella casa a luci rosse erano presenti due donne: Kimberly, una giovane prostituta di 33 anni e la ‘maitresse’, o meglio la “contabile”, una donna di 60 anni alla quale i frequentatori “pagavano il conto” per le prestazioni ricevute. Tariffe che spaziavano dai 50 ai 70 euro. Quando i poliziotti sono entrati nell’abitazione, hanno trovato migliaia di profilattici e numerosi oggetti erotici. Recuperata anche un’agenda, un vero e proprio planning dove venivano annotati i turni di lavoro delle squillo. Almeno una decina le ragazze che si alternavano in quell’appartamento. Tutte rigorosamente straniere. Si tratta secondo gli investigatori di un’attività illecita che andava avanti da diversi anni. Il contratto d’affitto è stato sottoscritto da un colombiano, anch’egli denunciato, nel lontano 2006. Sono stati molti i clienti identificati nella casa a luci rosse, tra i quali disoccupati, professionisti ma anche pensionati della medio-alta borghesia, che hanno aiutato gli agenti a ricostruire il meccanismo di annunci e contatti telefonici con i quali era possibile accedere nella casa del piacere.
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